Il torchio di Boschetto, risalente al 1580, è fra gli esemplari più antichi e più imponenti del Cantone, ed è stato regolarmente in funzione fino agli anni Settanta del Novecento. Gli interventi di restauro hanno riguardato la struttura del tetto e la copertura in piode. All’interno si è provveduto alla pulizia del pavimento e alla collocazione di un modellino didattico.
La storia dell’apicoltura nel Canton Ticino è molto datata, infatti già attorno al V secolo, all’epoca dell’occupazione romana, esistevano degli alveari situati in tronchi d’albero. Lo stato di questo apiario tradizionale era assai precario, ed è stato necessario restaurare il tetto. Inoltre sono stati recuperati alcuni bugni villici (arnie rudimentali).
In un’economia di sussistenza l’uomo produceva quasi tutti i beni di consumo che servivano al suo sostentamento. Per questo motivo era necessario disporre di cantine fresche che permettessero di conservare i prodotti.
Questa piccola grá (metato) è stata restaurata in modo conservativo. Sono quattro le grá identificabili sul territorio di Boschetto. Si tratta di edifici indispensabili per la conservazione a lungo termine delle castagne tramite essicazione.
Il miele prodotto dalle api era un alimento molto nutritivo e di lunga conservazione. Nelle zone vignate o con molti alberi da frutta dovevano essere numerosi i punti di allevamento delle api. Il recupero ha comportato il raddrizzamento dei muri e il rifacimento del tetto riutilizzando le piode già presenti.
Questa cappella si trova in quella che un tempo era l’estremità della campagna di Boschetto, in direzione di Someo. La sua caratteristica principale è il tetto a quattro spioventi e la sua notevole altezza (4 m), che le permetteva di emergere con decisione dalle superfici prative.
Questa cappella è parzialmente inserita nel muro della callaia; di fronte, pure compresa nel muro, è stata costruita una panchina in sasso. Sulla mensola in pietra appare scolpita la data 1880, sicuramente postuma rispetto alla data di edificazione, verosimilmente seicentesca.
Questa cappella si trova inserita nel muro della callaia che dal nucleo va in direzione del Ri del Boschetto, appena fuori dall’abitato. L’intervento di restauro pittorico eseguito nel 2017 ha permesso di ritrovare sul frontone la data 1784 e alcune iniziali incomplete relative al committente.
Questa cappella, singolare ed elegante, è ubicata a monte dell’oratorio. La nicchia, sotto a un tetto a quattro spioventi, presenta un particolare soffitto a cupola. Di pregevole fattura sono le lastre di pietra finemente lavorate che incorniciano la nicchia. Scolpita sull’architrave si legge la data 1766.
Questa cappella si trova lungo la callaia che costeggia i ronchi, in fondo alla campagna, di fronte a Visletto. Il tetto in piode a quattro spioventi protegge un particolare soffitto a cupola. È stato eseguito il restauro pittorico degli affreschi, il rifacimento del tetto e il taglio delle piante nelle immediate vicinanze.
L’Oratorio di S. Antonio abate, verosimilmente edificato nella forma attuale nel 1673, si trova in posizione centrale all’interno del nucleo di Boschetto. Sulla porta d’entrata, finemente decorata, si leggono le date 1645/1945, mentre sul campanile appaiono le date 1833 e 1902, momenti in cui sono stati eseguiti lavori di restauro.
Gli interventi di recupero hanno comportato il taglio e l’esbosco di arbusti e alberi, quali frassini e tigli, in modo da ridare il giusto spazio ai castagni secolari. Per compensare il forte taglio di piante sono stati messi a dimora alcuni giovani noci. Il terreno del sottobosco è stato poi seminato a spaglio con erba. Oltre ai vari utilizzi del suo frutto, il castagno è sempre stato impiegato quale legname da costruzione e come paleria nei vigneti.
Gli interventi di recupero hanno comportato il taglio e l’esbosco di arbusti e alberi, quali frassini e tigli, in modo da ridare il giusto spazio ai castagni secolari. Per compensare il forte taglio di piante sono stati messi a dimora alcuni giovani noci. Il terreno del sottobosco è stato poi seminato a spaglio con erba. Oltre ai vari utilizzi del suo frutto, il castagno è sempre stato impiegato quale legname da costruzione e come paleria nei vigneti.